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Immagine del redattoreTommaso De Beni

Giacomo 'Jack' Gobbato ucciso a Mestre per sventare una rapina: presidente consiglio comunale Vicenza Zaramella: "non chiamatelo eroe o angelo"



Giacomo Gobbato militante Rivolta ucciso a Mestre

Il presidente del consiglio comunale di Vicenza, dottor Massimiliano Zaramella, ha scritto una lettera, pubblicata anche sui social, alla collega veneziana Ermelinda Damiano in merito alla morte di Giacomo Gobbato, militante del centro sociale Rivolta di Marghera, che lavorava allo studio di tatuaggi di ponte Pusterla di Vicenza Tiger House.


Il 26enne è stato accoltellato venerdì sera assieme a un amico mentre cercava di difendere una ragazza aggredita da un tossicodipendente moldavo, evento che ha lasciato sconcertate e rattristate due città, oltre che il mondo dei centri sociali. A Giacomo è stata dedicata la prima pagina anche sul Manifesto.


"Mi auguro che nessuno indichi Giacomo Gobbato come un eroe o come un angelo, sono sicuro che non renderebbe giustizia al suo gesto e non rispecchierebbe le idee ed i valori di Giacomo - scrive Zaramella -. Eroi ed angeli vengono estrapolati ed elevati dalla vita quotidiana, dalla realtà quasi a giustificare una “pseudo normalità” che non deve invece appartenerci e che non dobbiamo mai accettare con rassegnata passività".


"Di Giacomo va sottolineato il profondo senso civico, la grande umanità ed un istinto a proteggere chi è in difficoltà o appare più debole che sono i sentimenti su cui si deve costruire un'intera società e di cui dobbiamo pacificamente armarci tutti" conclude Zaramella, intendendo dire che non abbiamo bisogno di eroi ed angeli, ma semplicemente di esseri umani degni di questo nome e non di individui che agiscono solo per i propri interessi.


"Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat3 da chi semina odio.

C'è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle - è invece il commento del centro sociale Rivolta, condivisio anche dal centro sociale vicentino Bocciodromo -. E tutto questo succede in una citta' abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. E non le accettiamo per Giacomo che sarà sempre con tutt3 noi e per Sebastiano che è con il cuore a pezzi. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo".

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