Solo una piccola parte del ricorso al Tar del Lazio presentato a dicembre dall'associazione Italia Nostra, sezione di Vicenza, è stata accolta, secondo quanto riporta la sentenza emessa in camera di consiglio il 17 luglio dai magistrati Giuseppe Sapone, Presidente, Luca Biffaro, Referendario, Marco Savi, Referendario, Estensore, e pubblicata oggi 24 luglio nella sezione Decisioni e pareri del sito del Tribunale stesso, che, in merito al ricorso presentato contro
il Commissario Straordinario per Av/Ac Brescia-Verona-Padova in persona dell'Ing. Vincenzo Macello, non costituito in giudizio;Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Cipess Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, con l'avvocato Alessandro Pesavento a rappresentare Italia Nostra, in parte lo dichiara irricevibile, in parte inammissibile, in parte lo respinge e in parte lo accetta.
In particolare è stata accolta la censura al progetto sulla tratta Altavilla-Vicenza, nella zona Val di Molino relativamente alla costruzione di un bacino di laminazione sul torrente Onte con lo scopo di mitigare l'impatto ambientale. Il progetto definitivo andrà riscritto per includere questo bacino di laminazione, e quindi saranno ritardati i lavori sul tratto Altavilla-Vicenza.
Il ricorso di Italia Nostra sollevava molti altri dubbi sul progetto per quanto riguarda le zone di Campo Marzo, Monte Berico, cavalcavia di via Maganza, possibile inquinamento da Pfas e la presenza dei boschi di Ca' Alte e Bosco Lanerossi. Tutte queste censure sono state respinte.
Sulla questione Pfas, scrivono i magistrati, "La definizione delle misure di mitigazione alla fase di progettazione esecutiva non evidenzia di per sé alcuno specifico vizio della procedura, potendo le predette misure costituire l’oggetto di prescrizione, e tenuto conto del fatto che il monitoraggio eseguito ante operam è idoneo in ogni caso a impedire ogni possibile evento avverso derivante dall’eventuale riscontro circa la presenza di contaminanti. La censura è, dunque, infondata."
La censura relativa ai boschi è considerata inammissibile, in quanto "formulata soltanto con memoria non notificata".
A salvare un pezzetto del bosco Lanerossi, dal punto di vista legale, rimane quindi solo l'albero monumentale, il Liquidambar, oltre alla dura lotta promessa dal centro sociale Bocciodromo, che intanto, in attesa delle ruspe, continua le sue attività di avvicinamento della cittadinanza ai boschi. Sabato 27 luglio al bosco Lanerossi, per esempio, è previsto uno swap party, scambio di vestiti usati, e un'anguriara.
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