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- Covid, No Vax Vicenza in scuola media Calderari: contro Oms e Agenda 2030
Da almeno un paio d'anni non si parla più di Covid, ma il movimento cosiddetto No Vax continua a colpire e far parlare di sé. Nel mirino ovviamente sempre il vaccino obbligatorio, ma ora, soprattutto l'Organizzazione Mondiale della Sanità, presa di mira anche da Trump e da Salvini, e l'agenda 2030, cioè l'insieme dei 17 obiettivi che l'ONU vorrebbe raggiungere entro il 2030 Obiettivo 1. Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo Obiettivo 2. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile Obiettivo 3. Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età Obiettivo 4. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti Obiettivo 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze Obiettivo 6. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie Obiettivo 7. Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni Obiettivo 8. Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti Obiettivo 9. Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile Obiettivo 10. Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le nazioni Obiettivo 11. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili Obiettivo 12. Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo Obiettivo 13. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico Obiettivo 14. Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile Obiettivo 15. Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre Obiettivo 16. Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile Obiettivo 17. Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile. Dopo aver preso di mira i giornalisti di TVA e aver imbrattato diversi muri soprattutto in zona ospedale, a Vicenza nel quartiere Santa Bertilla i No Vax hanno imbrattato i muri esterni della scuola media Calderari, con scritte che parlano di "genocidio" e accusano l'agenda 2030 di "pedofilia". La scoperta è avvenuta la mattina di oggi, giovedì 30 gennaio. Lunedì mattina, Giorno della Memoria, a Verona per la terza volta in un mese i No Vax hanno imbrattato la sede della Cisl accusandola di essere un "covo di nazi". A Vicenza, lo stesso giorno, la fontana dei Bambini in piazza delle Poste è stata colorata di rosso e anche la locandina degli eventi dedicati alla commemorazione della Shoah è stata imbrattata di rosso. A Roma nel 2007 e nel 2017 fu l'artista Cecchini a imbrattare di rosso in un gesto analogo, ma motivato e rivendicato, la fontana di Trevi. L'escalation di azioni No Vax inizia a diventare inquietante anche nella città del Palladio, ma tutte le azioni sembrano cadere nel silenzio, dopo la condanna iniziale da parte delle istituzioni. Ogni volta si condanna il gesto e si auspica che le indagini delle forze dell'ordine facciano chiarezza, ma con il passare del tempo queste azioni sembrano sempre più organizzate e invasive. Difficile pensare che siano riferibili a singole persone. Il movimento sa bene dove e quando colpire, a quanto pare indisturbato. Vedremo se l'opposizione di centrodestra, che a Roma governa e fa le leggi, griderà allo scandalo invocando più sicurezza, come farebbe nel caso di uno scippo commesso da un extracomunitario. Bene le prese di posizione istituzionali, in questo caso da Giovanni Selmo, centrosinistra, in altri casi dal governatore Zaia, meno da esponenti di Fratelli d'Italia, ma viene anche da chiedersi dove sono le azioni concrete per preservare il decoro della città e fermare questo movimento (a meno che una parte politica non lo sostenga) prima che passi ad azioni più pericolose. Questa volta oltretutto vengono coinvolti i minorenni, chissà se allora gireremo solo lo sguardo dall'altra parte rispetto a una scritta sgradevole, o ci saranno dei provvedimenti più concreti.
- Addio 2024, canzone dell'anno? Asilo "Republic" di Vasco Rossi
La canzone è uscita nel 1980 ed è una delle più potenti canzoni italiane mai scritte, che rimane attuale ancora oggi, nell'eterno ritorno degli anni '80 e dei governi autoritari. Era il lato B della molto più orecchiabile e televisiva Non l'hai mica capito. I detrattori diranno che Vasco parla solo di figa e allunga le frasi con interminabili eh. Sicuramente è diventato famoso per un linguaggio schietto e diretto, ma questa è una delle poche canzoni allegoriche del cantautore di modenese, che ha vissuto a Bologna negli anni dell'università (poi abbandonata). Questo il testo, spiegato, del brano. Asilo: riferimento ai giovani Republic: citazione di Banana Republic di Dalla e De Gregori Riff praticamente identico a Eptadone, brano degli Skiantos, band punk di Bologna I bambini dell'asilo stanno facendo casino: riferimento ai giovani dei movimenti antagonisti, prima del '68 e poi del '77, e ai disordini e scontri anche violenti di piazza Ci vuole qualcosa per tenerli impegnati, un dolcino, ci vuole uno spino: riferimento all'uso di droghe tra i giovani, e al sospetto che la loro diffusione, soprattutto l'eroina, sia stata in qualche modo incentivata dallo Stato per sedare e neutralizzare proprio i movimenti giovanili, operai e studenteschi, che stavano a sinistra del PCI e mettevano in difficoltà la classe politica e dirigente del Paese Dice che è stata una disattenzione della maestra e subito uno si è buttato giù dalla finestra: riferimento alla caduta dell'anarchico Pinelli nel '69. In seguito all'attentato di Piazza Fontana Giuseppe Pinelli fu arrestato e tenuto in questura per due giorni con l'accusa di essere legato alla strage. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre precipitò dalla finestra della questura e morì. Durante l'interrogatorio si sarebbe gettato spontaneamente dalla finestra, suicidandosi per evitare l'ergastolo. In un'altra versione, ritenuta poi quella ufficiale, si sarebbe invece sentito male per colpa delle troppe sigarette a stomaco vuoto e avendo perso l'equilibrio sarebbe caduto da solo. Risultò poi estraneo all'attentato. Oddio che cosa si può inventare, che cosa possiamo dire, quando sua madre lo scoprirà, s'incazzerà: riferimento alle versioni ufficiali sulla morte di Pinelli e alla reazione violenta dei movimenti, che portò anche all'uccisione nel '72 del commissario Calabresi. Certo che lavorare in un asilo dove c'è sempre casino tranquilli qui non si può stare per niente ci vuole un agente: riferimento al ricorso alle forze dell'ordine contro i movimenti Allora vedrete che con la polizia la situazione ritornerà come prima: riferimento al ritorno del fascismo con uno Stato di Polizia Più di prima t'amerò: parodia postmoderna del brano di Tony Dall'Ara Come prima più di prima t'amerò del '57 Più di prima ci sarà ordine e disciplina: Disciplina ed ordine formano la grandezza di un popolo è uno slogan fascista E chi non vuole restare qui, vada in collina: riferimento alla ritirata dei deputati socialisti sul colle Aventino dopo il delitto Matteotti; la collina rimanda anche alla lotta partigiana. E se qualcuno la vuole menare con quella vecchia storia sull'educazione, abbiamo già bruciato tutti i libri, bruciamo anche lui: il riferimento ai libri bruciati è quello ai fatti del 1933 in Germania con i roghi di libri non graditi da parte delle autorità naziste. I bambini dell'asilo non fanno più casino, sono rimasti troppo pochi, troppi fuochi, nuovi fuochi: il riferimento è alla fine dei movimenti giovanili, studenteschi e operai repressi con la forza da polizia e Stato
- Vannacci contro pensiero unico e omologazione: come Pasolini?
Il generale Roberto Vannacci è uscito da un anonimato durato quasi tutta la sua vita finora ed è entrato nell'agone politico, fino a raggiungere gli scranni del parlamento europeo, nel giro di poco meno di un anno grazie a uno strumento di comunicazione che nell'era di internet e in un Paese che legge pochissimo sembra anacronistico, cioè un libro-manifesto, chiamato "Il mondo al contrario" ("La mia battaglia" era un titolo già preso). Vannacci è considerato un uomo dalle idee più a destra di Salvini e Meloni, eppure, quando parla di omologazione, i più attenti si accorgono di aver già sentito questo termine. L'intellettuale, poeta e regista Pier Paolo Pasolini, ma anche il suo quasi coetaneo Italo Calvino, parlavano negli anni '60 e '70, male, dell'omologazione. Pasolini e Calvino hanno entrambi militato nel Partito Comunista, ma Pasolini, soprattutto negli ultimi anni, era considerato un eretico, più vicino all'anarchia che al dogma comunista. Da vero intellettuale, aveva il coraggio di avere delle opinioni proprie e molto personali, per esempio era contrario all'aborto. Ciononostante, è innegabile che, oggi, il nome di Pasolini sia iconico per la sinistra. In una famosa intervista registrata a Sabaudia Pasolini affermava che "il potere della civiltà dei consumi riesce ad ottenere quell'omologazione che il fascismo non è riuscito ad ottenere, distruggendo le varie realtà particolari, togliendo realtà ai vari modi di essere uomini che l'Italia ha prodotto in maniera storicamente molto differenziata. Il vero fascismo è proprio questo potere della società dei consumi che sta distruggendo l'Italia". Molti anni prima Calvino, nel 'Barone rampante', scriveva: "Bisogna lasciare che la propria singolarità emerga, anche a costo di apparire degli eccentrici. È questa la via per sfuggire al conformismo dilagante, alla massificazione, alla accettazione di modelli di comportamento predefiniti". E ancora Pasolini, nel 1974: "la destra economica vuole questo tipo di sviluppo; i nuovi padroni vogliono la creazione, la produzione, intensa e disperata di beni superflui. Coloro che vogliono il progresso vorrebbero invece la creazione e la produzione di beni necessari". Pasolini vedeva negativamente la scomparsa dei dialetti e della cultura contadina. Col tempo, questi temi sono entrati a far parte del grande calderone delle tradizioni locali, da sempre cavallo di battaglia della Lega. E, stando in casa Lega, Susanna Ceccardi, estimatrice di Vannacci, ha dichiarato, prima delle elezioni europee del 2024: "i popoli europei vogliono ristabilire la propria sovranità e riaffermare la propria identità, contro le scelte globaliste calate dall’alto da una Commissione Europea che non è stata eletta da nessuno ma che prende decisioni che incidono fortemente sulle nostre vite e sul nostro portafogli. Scelte che mirano a fare il gioco dei grandi gruppi finanziari e multinazionali, i quali hanno tutto l’interesse a creare una società sempre più atomizzata, povera, omologata, ‘fluida’, narcisista a livelli patologici, senza radici, tradizioni e valori". Vannacci alla presentazione del suo libro, rispondendo alle accuse di omofobia e razzismo, ha detto: "Mi sono reso conto che le persone sono orgogliose della loro origine, quindi l’omologare tutti quanti in un’unica umanità che non rappresenta nessuno è questo il grande errore che facciamo, di un’inclusività farlocca che non serve assolutamente a nulla". Presentando il suo partito in Europa al raduno leghista di Pontida ha invece dichiarato di voler praticare il sabotaggio "di qualsiasi iniziativa che dovesse cercare di distruggere le nostre tradizioni, la nostra famiglia, il nostro comune sentire, le nostre radici. Siamo figli di una terra, di certi padri, di certi nonni, di certi parenti" E ancora: "stanno cercando di togliere tutti i simboli identitari che ci davano una speranza di riconoscerci come cittadini europei". Ha poi parlato dell'importanza di difendere le tradizioni locali nell'agricoltura italiana. Vannacci e Salvini si inseriscono in un filone di pensiero populista che critica Bezos, Amazon e i centri commerciali e che si lega in parte al discorso di Pasolini contro la società dei consumi, ma a ben vedere, gli affondi di Salvini e Vannacci contro l'euro e la globalizzazione sono ormai ridotti ai minimi termini. Quello che fu definito governo "gialloverde" in Italia dal 2018 al 2019 sembrava incarnare un'altra lettura cromatica della politica, cioè il cosiddetto rossobrunismo, dove il rosso è il colore della sinistra, mentre il bruno era il colore delle camicie delle truppe naziste SA, e del resto il partito fondato da Adolf Hitler si chiamava "nazionalsocialista". Tradotto in parole povere il politico rossobruno sarebbe quello che si occupa del proletariato e delle classi subalterne, ma lo fa da una prospettiva patriottica e nazionalista, mettendo cioè davanti a tutto gli interessi della propria nazione (tipico atteggiamento populista da Lenin in poi pensare che gli interessi di tutte le persone vengano perfettamente interpretati da chi governa). Un concetto simile al nazionalbolscevismo, movimento nato in Germania e poi soppiantato dal nazismo, e ripreso in Russia nel 1990 dallo scrittore Eduard Limonov e dal filosofo Alexandr Drugin, oggi considerato l'ideologo di Putin, presidente russo stimato (almeno fino a qualche tempo fa) da Salvini. In Italia il rossobrunismo è stato in parte incarnato dal Movimento 5 Stelle e in parte dall'ex comunista Marco Rizzo, che ultimamente è salito sul palco con Vannacci dichiarando poi di essere "d'accordo con tutto". Vannacci ha spesso detto che le differenze sono un valore e che non vanno quindi eliminate. Secondo Pasolini a renderci tutti uguali era il consumismo voluto dalla nuova destra economica, mentre secondo Vannacci, che non usa il termine comunisti come invece fanno alcuni suoi colleghi e sicuramente molti elettori, è il pensiero unico che sarebbe secondo lui il pensiero della moderna sinistra, detta anche globalista o mondialista, anche se il parlamento europeo è attualmente composto per la maggioranza da popolari, quindi liberali conservatori, non certo comunisti. Quando i sovranisti e Vannacci stesso parlano oggi di identità, hanno nel mirino soprattutto l'immigrazione e soprattutto quella che viene dai Paesi islamici. Non si fa accenno ai dialetti, né all'abuso di anglismi e forestierismi a scapito della lingua italiana, che ne risulta impoverita e appiattita: il più famoso gruppo rock attuale italiano canta in inglese, le leggi prendono nomi inglesi, i giovani d'oggi usano termini derivati dall'inglese come cringiare, bro, crush, etc. Gli italiani stessi hanno lanciato la moda linguistica del 'piuttosto che', il quale, usato come congiunzione, rimane un errore. D'altra parte, tornando al problema della lingua, una cosa non esclude l'altra: se l'Europa deve essere unita, nel senso di Stati Uniti d'Europa, avrà pur bisogno di una lingua comune, ed è ormai assodato che sia l'inglese, a meno che non si voglia tornare al latino. Al contempo, non è detto che non possano esistere anche comunità locali che però nel rivendicare la difesa della loro lingua e cultura, rivendicano un'indipendenza politica: abbiamo così gli indipendentismi in Spagna (Paesi Baschi e Catalogna), Regno Unito (Scozia), Italia (Alto Adige, Sardegna, Veneto), Francia (Corsica). Questi ragionamenti appartengono sempre meno alla Lega e si sentono sempre meno nel dibattito pubblico. Vannacci ha pubblicato il suo libro su Amazon, colosso di Bezos, odiatissimo dai rossobruni, reo di avere rovinato il commercio locale e simbolo dell'altrettanto odiatissima omologazione. Il generale del resto si concentra di più su temi come immigrazione, diritti dei gay (in negativo), sicurezza, contrasto all'ambientalismo ideologico e soprattutto al Green Deal e al Rewild Europe che obbligherebbe gli agricoltori a lasciare dei terreni incolti per la riforestazione dell'Europa. L'attenzione per l'agricoltura è oggi un tema che interessa anche molti giovani dei centri sociali e dei vari movimenti ambientalisti che, contro la cementificazione, auspicano il ritorno alla terra e scelgono di vivere in campagna e lavorare i campi, ma l'approccio, a differenza della destra, è più popolare e sociale, incentrato sulla condivisione dei beni comuni e non sugli interessi degli imprenditori. Vannacci, a conti fatti, strizza l'occhio ai neofascisti e attacca i gay, in questo il suo populismo si colora di nero, un epigono del pensiero di Pasolini potrebbe forse essere il primo M5S, populista sì, molto critico con le lobby e i cosiddetti poteri forti e anche Amazon, ma antiproibizionista, antifascista e non omofobo. Una frase come "cari gay, non siete normali", che secondo Vannacci è stata male interpretata in quanto lui voleva solo dire che non sono la maggioranza, da cui segue la sua tesi secondo cui oggi le minoranze vogliono imporre norme e comportamenti alla maggioranza, sicuramente non sarebbe piaciuta a Pasolini, ma nemmeno a Ungaretti, considerato intellettuale di destra quando la destra si ricorda della cultura e decide di combattere la presunta egemonia della sinistra in questo campo, che nei Comizi d'amore nel lontano '68 diceva che "tutti gli uomini sono a lor modo anormali e in un certo senso in contrasto con la natura". Se per quanto riguarda la difesa della cultura popolare le idee di Pasolini e Vannacci potrebbero anche essere simili, difficilmente la difesa del paesaggio di Pasolini si sposa con le grandi opere (TAV, Ponte sullo Stretto, etc.) che portano cementificazione, volute dal partito di Vannacci (ma per quanto riguarda la TAV in realtà anche dal PD, che non è stato certo estraneo, negli scorsi anni, soprattutto ai tempi di Renzi, a quella destra economica che voleva lo sviluppo, di cui parlava Pasolini). Si potrebbe concludere con una frase già sentita che, come tutti i luoghi comuni, non è né del tutto vera, né del tutto falsa, cioè che l'estrema sinistra e l'estrema destra finiscono per incontrarsi, pur senza coincidere, in quanto entrambe criticano i liberali, i moderati, i borghesi, il capitalismo, entrambe sostengono di stare vicino alle classi subalterne, ai più deboli. Con la differenza che l'estrema sinistra include la comunità LGBTQ e gli immigrati nella categoria dei più deboli, mentre l'estrema destra li esclude. La differenza tra un afroamericano soldato USA in Italia e un africano arrivato col barcone non è, aggiungo io, il colore della pelle, ma il peso del portafoglio. Così come gli omosessuali che ricorrono all'utero in affitto, lo fanno perché possono permetterselo economicamente. Azzarderei quindi la tesi per cui la nuova destra di Vannacci, Salvini e Meloni, che non è estrema e non combatte certo il capitalismo, fa finta in realtà di combattere certi poteri economici per poter attaccare chi gli sta antipatico. L'immigrato, il gay, chi si fa le canne, vengono colpiti da leggi che vengono giustificate tirando in ballo in qualche modo i poteri forti, il globalismo, gli euroburocrati, etc. Non mi risulta che Vannacci e Salvini abbiano criticato il consumismo, soprattutto nel periodo di Natale (forse qualcuno si ricorda il saggio di Levi-Strauss ispirato dal prete francese che impiccò Babbo Natale proprio per denunciare la devianza dai valori cristiani). Festività a cui Pasolini dedicò questa poesia: Sono gli ultimi giorni dell’anno. Il benessere accende, verso sera, in tutti gli uomini una specie di follia: la smania inespressa di essere più felici di quanto siano … È sempre una speranza che dà pietà: anche il piccolo borghese più cieco ha ragione di averla, di tremarne: c’è un istante in cui anch’egli infine vive di passione. E tutta la capitale di questo povero paese è un solo ansito di macchine, una corsa angosciata verso le antiche spese di Natale, come a una necessità risorta. Potente luce di Luglio, ritorna, oscura questo debole crepuscolo di pace, che non è pace, questo conforto ch’è paura: ridà parole al dolore che tace. Manda i cadaveri ancora insanguinati dei ragazzi che hai illuminato potente: che vengano qui, tra questi riconsolati benpensanti, tra questa dimentica gente. Vengano, con dietro il tuo chiarore di piazze fatte campi di battaglia o cimiteri, tra queste ciniche chiese dove la razza dei servi torna alla sua viltà di ieri. Vengano tra noi, a cui non è rimasta che la speranza di una lotta che dispera: non c’è più luce di Natale, o di Pasqua. Tu, sei la luce, ormai, dell’Italia vera.
- Tav a Vicenza, Bocciodromo: "emergenza abitativa per famiglie con bambini"
Avevamo già parlato su questo blog di come il passaggio della linea alta velocità/capacità della Tav influenzi a Vicenza e provincia il mercato immobiliare , con famiglie che vogliono andare via e sono disposte, o almeno così dicono le agenzie, a pagare una casa anche di più di quanto valga. Ieri 23 dicembre a Vicenza in via Battaglione Framarin sotto la sede di Iricav il centro sociale Bocciodromo assieme ad alcuni sindacati e al Comitato dei Ferrovieri, quartiere maggiormente colpito dalle trasformazioni imposte dal treno, hanno fatto sentire la voce di alcune persone che dovranno lasciare la loro casa, ma non riescono a trovare alternative. Alcuni sono italiani, e hanno ristrutturato una casa per cui stanno pagando un mutuo, che però verrà abbattuta per la Tav. Iricav ha risarcito il valore dell'immobile, ma non i costi di ristrutturazione. Chi non lascia la casa dopo la data stabilita dovrà pagare 200 euro di mora al giorno a Iricav. In altri casi si tratta di famiglie straniere, a cui è stato proposto l'albergo cittadino, improponibile però per famiglie con bambini. Albergo cittadino che tra l'altro dovrà essere abbattutto sempre per la Tav e per il quale si deve trovare una nuova ubicazione. Molti sono in affitto e il contratto scade nel 2026; i costi degli affitti sono andati alle stelle e non è facile trovare un'alternativa in tempo utile prima dello sfratto. Si teme anche che le agenzie immobiliari approfittino di questa situazione, una donna per esempio ha dichiarato di aver speso 6 mila euro solo per l'agenzia. I manifestanti hanno quindi chiesto un tavolo a Iricav e Comune per risolvere l'emergenza abitativa che si viene a creare. "Non si sono visti soldi né da Iricav per i ricollocamenti, nè il 5% del valore dell'immobile promesso dai proprietari a chi è in affitto" hanno dichiarato i manifestanti davanti agli uffici di Iricav, che tra l'altro sono situati in un palazzo vuoto (anche se ovviamente per adibire gli uffici a unità abitativa ci vuole tempo e permessi), così come sono vuoti molti appartamenti di proprietà dell'Inps dietro viale Mazzini. È intervenuto anche Leonardo Nicolai, assessore alle politiche giovanili, che ha ascoltato le ragioni dei manifestanti e ha ricordato che un tavolo di raccordo tra Comune e Iricav esiste già. Ma gli inquilini dicono che il Comune da un anno è sparito. Anche sul sito del Comune si legge infatti che gli ultimi incontri tra il sindaco Possamai e gli amministratori di condominio sulla Tav risalgono a dicembre 2023. La manifestazione si è quindi conclusa con gli auguri di Natale e il proposito di aggiornarsi entro fine gennaio, o, meglio ancora, entro la fine dell'anno.
- The Penguin: una lezione di realismo nell'arte dell'intrattenimento
Il nuovo Bat-Universo cinematografico creato da Matt Reeves rivaleggia e a mio parere supera (salvo improbabili harakiri nel secondo e terzo capitolo, che devono ancora uscire) la trilogia di Christopher Nolan, l'Alfred Hitchcock del XXI secolo. Reeves ha introdotto una nuova versione del Pinguino, dopo quella, iconica, di Danny De Vito nel film di Tim Burton del '92, e quella discutibile di Robin Lord Taylor nella serie Gotham, oltre che nelle varie serie animate. Il successo di pubblico e critica del film ha permesso alla produzione di ampliare il racconto estendendolo a una miniserie, diretta da Craig Zobel, Helen Shaver, Kevin Bray e Jennifer Getzinger e scritta da Lauren Le Franc, in cui si approfondisce il personaggio del Pinguino, ma la stessa città di Gotham è, di fatto, una dei protagonisti. Un universo come quello dei fumetti è troppo ampio per essere trattato in maniera soddisfacente in uno, due o tre film. Le serie Tv, soprattutto ai nostri giorni, dove si investono parecchi soldini, e quindi si possono ingaggiare attori famosi e realizzare degni effetti speciali, oltre che scrivere storie con i controcazzi, permettono di ampliare meglio storie e personaggi, senza dover storpiare le trame per farceli stare dentro il tempo ridotto della pellicola cinematografica. Del resto Reeves aveva già creato delle estensioni, subito dopo il film, con un sito in cui proseguivano gli indovinelli dell'Enigmista e un video pubblicato su YouTube che mostrava come il regista si fosse permesso di tagliare la presenza nientepopodimeno che del Joker, la nemesi di Batman par excelence. Probabilmente il clown di Gotham, nell'interessante versione di Barry Koeghan, sarà il protagonista della serie Tv che intervallerà il secondo e terzo capitolo della saga di Reeves. Prima del Reeves-verso, sembrava che la dicotomia insuperabile nei cinecomics fosse quella tra fumettosità e realismo, cioè tra film colorati e fedeli alla caratterizzazione fisica e morale dei comics, ma al contempo credibili, e film ispirati ai fumetti ma con deviazioni estetiche e di trama che li rendessero credibili anche sul grande schermo. Per questo non abbiamo avuto un Batman con i mutandoni e il costume grigio e blu, non abbiamo più avuto un Superman con i mutandoni, abbiamo avuto gli X-Men vestiti di nero. La fumettosità, poi, oltre che sul piano estetico, si vede anche sul piano narrativo. E qua è molto più difficile, forse anche impossibile, trovare una via di mezzo, in quanto fumetto e film usano due linguaggi diversi (mentre invece la serie televisiva potrebbe, come già detto, ovviare a questo problema). Fallita la fumettosità esageratamente beat e frickettona di Schumacher negli anni '90 (ma con personaggi esteticamente ineccepibili, soprattutto Poison Ivy, Bane, Due Facce, Mr Freeze, e scenografie stupende), nei primi anni 2000 il realismo di Nolan risollevò il personaggio di Batman, con una trilogia limitata nel tempo, 2005-2012. Nel frattempo, e anche successivamente, è esploso il fenomeno dei cinecomics targati Marvel Studios-Disney che ha prodotto ad oggi 34 film e 10 serie televisive, tutti collegati tra loro. Se dal punto di vista della caratterizzazione morale e psicologica e del tipo di trame non sempre queste opere hanno soddisfatto al 100% i fan, dal punto di vista estetico è sicuramente stata sdoganata la fumettosità. L'altro grande studio cinematografico che produce film, serie Tv e d'animazione tratte dai fumetti è DC Studios, che ha in mano personaggi iconici come Batman, Superman, Flash e Wonder Woman ed è in società con la Warner. In questo caso la gestione dei personaggi è stata molto più travagliata. Inizialmente c'era il DC Extended Universe della Warner e poi sono stati creati i DC Studios. La volontà di voler inseguire frettolosamente la Marvel ed essersi affidati totalmente, ma con allo stesso tempo troppi ripensamenti, ad un folle visisonario (in senso buono) come Zack Snyder, hanno prodotto film molto criticati dalla stampa e dal pubblico, con incassi al di sotto delle aspettative, anche se, dal punto di vista puramente estetico, abbiamo avuto il miglior Batman, e anche Wonder Woman, Superman e Flash erano salvabili e apprezzabili (il problema è stato la scrittura troppo libera e incoerente dei personaggi e delle trame). Nel 2019 è uscito un film che ha rischiato di cambiare per sempre il paradigma, cioè Joker di Todd Philips. Anche se oggi ci è stato detto che quello non era il vero Joker dei fumetti, all'epoca tutti ci sono cascati credendo che Joker fosse un cinecomic e in quanto tale ha il record di aver superato il miliardo di dollari di incassi. Nel suo caso non si parla neanche più di realismo, ma sarebbe meglio parlare di minimalismo. Un minimalismo che ha battuto la fumettosità colorata della Marvel, ma che, se proseguito, avrebbe portato alla fine dei film tratti dai fumetti. La casa produttrice ha subito diversi sussulti interni e dopo una fase di grossa confusione nel 2022 James Gunn e Peter Safran hanno ricevuto l'incarico di rilanciare la produzione cinematografica e televisiva dei personaggi della DC Comics. Batman non rientra in questo reboot in quanto, nella confusione, la Warner aveva già affidato a Reeves l'incarico di sostituire Ben Affleck alla regia di un film di rilancio sul cavaliere oscuro. Quello di Reeves infatti non è il Batman canonico, ma è un Batman di un cosiddetto Elseworld, altro mondo. Gli elseworlds sono dei fumetti che raccontano storie alternative dei personaggi, con la possibilità di poter ampliare la fantasia delle storie senza intaccare quella che viene definita continuity, cioè la coerenza interna, la linearità delle storie dei personaggi canonici. Nel 2025 arriverà quindi il nuovo Superman, il cui trailer sta avendo moltissime visualizzazioni su internet, e da lì in poi tutti gli altri personaggi verranno rilanciati. La direzione sembra proprio quella della fedeltà ai fumetti, non solo estetica. Per esempio Superman avrà un Super-cane, Krypto, e molti Super-amici, come effettivamente avviene nei fumetti. Nel caso di Batman, probabilmente vedremo quella che viene definita Batman Family. Il cavaliere oscuro infatti ha agito in solitaria per i primi anni, ma poi è stato affiancato da una serie di altri eroi. Prima di tutto Dick Grayson, alias Robin, che poi si è messo in proprio con il nome di Nightwing. E poi ci sono stati, nei fumetti, altri 5 Robin. E poi c'è Batwoman, il cane Asso, Batgirl, Bluebird. Tra film, serie animate e telefilm probabilmente vedremo tutti questi personaggi, oltre ovviamente a un altro attore nei panni di Batman, nel nuovo universo di Gunn. Rimane da capire come verrà gestito l'universo di Reeves, dato che è apprezzatissimo da critica e pubblico. Nel 2026 uscirà il secondo capitolo, ed è già previsto anche un terzo, presumibilmente entro il 2030. Inoltre, sta funzionando l'idea degli spin off. Tra amici, nemici, personaggi e luoghi iconici di Gotham City, le possibilità di esplorazione narrativa sono molteplici e Reeves e i suoi collaboratori stanno facendo un ottimo lavoro. Il suo primo film è stato apprezzatissimo da critica e pubblico, e anche The Penguin sta collezionando tantissime recensioni positive. Pattinson ha 38 anni e interpreta un Batman che ne ha circa dieci di meno, potenzialmente potrebbe indossare i panni del Pipistrello di Gotham fino a 50, portando il personaggio da giovane ad adulto-maturo. Il che significherebbe anche non fermarsi alla solita trilogia, dato che il personaggio funziona. In tutto ciò, il Batman di Gunn, che potrebbe essere un ottimo Batman fedele ai fumetti, rischia di pestare i piedi all'universo di Reeves, a meno che non si decida di posticipare il suo lancio a dopo il 2030, oppure di fondere i due universi e rendere quello di Pattinson il Batman canonico. The Penguin non stravolge il personaggio dei fumetti e rimane quindi coerente, senza bisogno di sacrificare la fumettosità per lasciare spazio al realismo, anzi il suo è vero realismo. La serie è in linea sia coi fumetti, sia con il genere crime, con le storie di gangster e mafiosi e criminali, corruzione, indagini, omicidi, colpi di scena, etc., che sa raggiungere una tensione degna di grandi serie come True Detective, Sons of Anarchy e Breaking Bad. I personaggi sono lucidi e spietati, psicologicamente caratterizzati in maniera veramente potente. Una via di mezzo efficace, non un semplice compromesso, tra quella fumettosità tanto temuta, perché se gestita male può far sembrare il film o la serie una pagliacciata, e quel realismo spinto quasi al minimalismo che però ha un rischio speculare, quando applicato alla cultura pop dei fumetti, che è sempre quello di raggiungere il ridicolo.
- 2024: fuga dalla Tav. Famiglie di Altavilla e Creazzo disposte a pagare di più per una nuova casa
La nuova linea dell'Alta Velocità/Capacità incide anche sul mercato Immobiliare, oltre che su aree verdi, traffico, e inquinamento . A fronte di poche migliaia di posti di lavoro creati, o almeno così sostiene Confindustria (ma bisogna anche vedere con che contratti e garanzie) e altrettanto poche manciate di minuti risparmiati per raggiungere Milano o Venezia in treno, le stesse agenzie immobiliari parlano apertamente di "disagi". Il gruppo Gesticasa , nato nel 1996 dall'idea di due soci, attivo ad Altavilla, dove il Tar del Lazio sta ritardando i lavori , e a Creazzo, cerca case in vendita, anche a Vicenza, per i suoi clienti che vogliono lasciare la propria casa. Stanno girando in questi giorni infatti dei volantini, a Vicenza, in cui l'agenzia immobiliare avverte che se per caso qualcuno volesse vendere la propria casa, alcune famiglie sarebbero disposte a pagarla di più del dovuto. "A causa della TAV molte famiglie saranno costrette a lasciare la loro casa mentre altre lo faranno per non subirne i conseguenti disagi. Abbiamo quindi un considerevole numero di clienti che vogliono spostarsi in zone meno trafficate e pur di cambiare sono disposti a pagare gli immobili qualcosa in più". Insomma, la TAV è un affarone per Confindustria e per chi vuole vendere la propria casa a Vicenza, un po' meno per molte famiglie che si ritroveranno senza una casa e dovranno sborsare ancora più soldi per averne un'altra.
- Giacomo 'Jack' Gobbato ucciso a Mestre per sventare una rapina: presidente consiglio comunale Vicenza Zaramella: "non chiamatelo eroe o angelo"
Il presidente del consiglio comunale di Vicenza, dottor Massimiliano Zaramella, ha scritto una lettera, pubblicata anche sui social, alla collega veneziana Ermelinda Damiano in merito alla morte di Giacomo Gobbato, militante del centro sociale Rivolta di Marghera, che lavorava allo studio di tatuaggi di ponte Pusterla di Vicenza Tiger House. Il 26enne è stato accoltellato venerdì sera assieme a un amico mentre cercava di difendere una ragazza aggredita da un tossicodipendente moldavo, evento che ha lasciato sconcertate e rattristate due città, oltre che il mondo dei centri sociali. A Giacomo è stata dedicata la prima pagina anche sul Manifesto. "Mi auguro che nessuno indichi Giacomo Gobbato come un eroe o come un angelo, sono sicuro che non renderebbe giustizia al suo gesto e non rispecchierebbe le idee ed i valori di Giacomo - scrive Zaramella -. Eroi ed angeli vengono estrapolati ed elevati dalla vita quotidiana, dalla realtà quasi a giustificare una “pseudo normalità” che non deve invece appartenerci e che non dobbiamo mai accettare con rassegnata passività". "Di Giacomo va sottolineato il profondo senso civico, la grande umanità ed un istinto a proteggere chi è in difficoltà o appare più debole che sono i sentimenti su cui si deve costruire un'intera società e di cui dobbiamo pacificamente armarci tutti" conclude Zaramella, intendendo dire che non abbiamo bisogno di eroi ed angeli, ma semplicemente di esseri umani degni di questo nome e non di individui che agiscono solo per i propri interessi. "Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat3 da chi semina odio. C'è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle - è invece il commento del centro sociale Rivolta, condivisio anche dal centro sociale vicentino Bocciodromo -. E tutto questo succede in una citta' abbandonata da anni a se stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. E non le accettiamo per Giacomo che sarà sempre con tutt3 noi e per Sebastiano che è con il cuore a pezzi. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo".
- Dante ritorna in vita nell'ultimo romanzo del veneziano Nuzzolo: 'La fine del mondo'
È uscito ieri per BookTribu, in concomitanza con l'anniversario della morte di Dante Alighieri, avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321, 'La fine del mondo', ultimo romanzo dello scrittore veneziano Massimiliano Nuzzolo , che in questo libro, seguito de 'La verità dei topi', ripropone il personaggio di Edgar Kospic e fa ritornare in vita, in carne ed ossa, proprio il Sommo Poeta. 'La fine del mondo' promette di far ridere e divertire i lettori, ma anche emozionare, riflettere e appassionare con una serie di rocambolesche avventure, senza risparmiarsi un'ironica e pungente rappresentazione del mondo dell'editoria italiana. La trama Mentre in un paesino di provincia si tiene un festival letterario, un angelo sterminatore con un difetto di pronuncia, assieme ad Edgar Kospic, annunciano l'Apocalisse, cioè la fine del mondo. A Kospic sarà affidata una missione folle e definitiva, che vedrà la presenza di Dante Alighieri in carne ed ossa. Siamo di fronte a quella che nel mondo angloamericano viene definita tall tale, cioè un racconto in cui eventi assurdi e fuori dal normale vengono presentati come normali, mescolando personaggi reali e personaggi di fantasia. Una tradizione di racconto fantastico che ha radici anche in Europa, con romanzi quali, per esempio, la serie di Gargantua e Pantagruel. I modelli di riferimento di Nuzzolo sono dichiaratamente gli scrittori americani postmodernisti e in particolare Kurt Vonnegut, ma 'La fine del mondo' è anche un'occasione per rendere, a modo suo, omaggio al nostro grande poeta Dante Alighieri.
- Apologia di fascismo sul Giornale di Vicenza: "rossi e neri" sono tutti uguali?
Il gruppo editoriale Athesis è uno dei più importanti operanti nel Nord Italia, coprendo in parte sia il Nordest che il Nordovest. Tra le altre cose, possiede il Giornale di Vicenza, L'Arena di Verona, la casa editrice Neri Pozza, Telearena, Bresciaoggi, e organizza convegni e altri eventi. Ha di conseguenza un ruolo prominente nella formazione di quella che dai tempi dell'illuminismo è una delle basi della democrazia (assieme alla separazione dei tre poteri) , cioè l'opinione pubblica. In particolare Il Giornale di Vicenza è, nella città del Palladio, l'unico giornale locale cartaceo dedicato interamente alla città e alla provincia. C'è poi ovviamente la sezione vicentina del Corriere del Veneto e del Gazzettino e ci sono diversi giornali online, ma la vetrina più importante resta il GDV. Ebbene, ogni anno nella sezione necrologi di questo importante giornale spicca il necrologio dedicato al dittatore Benito Mussolini. Il direttore Ancetti, a suo tempo, reagì alle polemiche dicendo che "una preghiera non si nega a nessuno". Una preghiera non si nega a nessuno, ma soprattutto 300 euro, questo in media il costo di un necrologio sui giornali, fanno sempre comodo, anche al giornale di Confindustria. Di recente, la sezione vicentina dell'Anpi ha nuovamente attaccato il GDV in occasione della morte di Domenico Obrietan, ex segretario provinciale de La Destra, condannato nel 2022 per violazione della legge Mancino del 1993 e a risarcire l'Anpi per aver manifestato al cimitero Maggiore di Vicenza il 28 aprile, dopo aver fatto pubblicare il consueto necrologio. Secondo l'Anpi, la Digos, la pm e infine anche secondo il giudice, in occasione di quella manifestazione ci fu "ostentazione di emblemi e simboli fascisti". Ebbene, in occasione del funerale di Obrietan ci sono stati nuovamente saluti romani, simboli fascisti e il rituale neofascista del "presente!". Secondo l'Anpi l'articolo del GDV che riportava il fatto non avrebbe condannato l'apologia, limitandosi a sottolineare la commozione dei partecipanti. Inoltre è stato pubblicato il necrologio per Obrietan, da parte delle stesse sigle che pubblicano quello per Mussolini, cioè “Continuità ideale Rsi” e “Famiglie e caduti dispersi Rsi”. Nel necrologio si usava ancora una volta il rituale del "presente!". Di conseguenza non si trattava solo di un commiato da un caro defunto, che, quello sì, non si nega a nessuno, bensì una chiara ostentazione di slogan fascisti. Del resto, l'ex assessore veneto al Lavoro e all'Istruzione Elena Donazzan, oltre ad aver partecipato a commemorazioni simili, cantò a La Zanzara 'Faccetta nera' e si difese poi sciorinando una serie di fake news storiche sulle cose buone del Ventennio, ma anche riducendo la questione a un'abitudine di famiglia, da sempre ci sono i rossi, che hanno le loro idee, e i neri, che ne hanno delle altre. Il problema a mio avviso è proprio questo, oltre forse al fatto che non c'è nessuno che controlli il contenuto dei necrologi pubblicati sul GDV, cioè che nel corso degli anni l'opinione pubblica si è dimenticata che in Italia dichiararsi fascista è un reato sancito da due leggi e non una semplice opinione, come è invece dichiararsi comunista, aggiungendo però che antifascista non è sinonimo di comunista, giacché l'antifascismo comprende anche i liberali, i socialdemocratici, i democristiani, financo i monarchici. Oggi invece fascismo e neofascismo sono accettati come espressione di un'opinione, di un ideale, magari estremo, ma che ha tutto il diritto di esistere, anche in un contesto democratico com'è quello italiano. E questo capita a mio avviso non solo perché l'egemonia culturale è in realtà di destra e la destra erede dell'MSI è al governo, ma soprattutto perché si è permesso, con l'amnistia di Togliatti nel secondo dopoguerra, di avere, come li definiva Almirante, i "fascisti in democrazia". L'errore di fondo è stato quindi accettare l'ex direttore della rivista 'La difesa della razza' nell'alveo politico democratico, con tanto di scena memorabile di Almirante ai funerali di Berlinguer, sdoganando di fatto ufficialmente il neofascismo. A complicare le cose minando le basi dell'antifascismo ci hanno pensato poi gli anni di piombo, in cui avevamo i terroristi rossi e i terroristi neri. I giovani di estrema destra morti ammazzati in quegli anni sono oggi una scusa usata da molti politici per rifiutare l'antifascismo. Rimane il fatto che il compito del giornalista, oltre a riportare i fatti per quello che sono, dovrebbe essere anche quello di formare un'opinione pubblica colta e consapevole, ricordando che l'apologia di fascismo è un reato e che "rossi e neri" non sono tutti uguali.
- L'eterna attualità di David Foster Wallace e dei "tempi bui e stupidi"
Il 12 settembre di 16 anni fa lo scrittore americano David Foster Wallace, all'età di 46 anni, decise di porre fine alla sua vita terrena, non prima di aver scritto una lettera di spiegazione di due pagine (da una mente del genere non poteva uscire un banale bigliettino) e aver messo mano al suo terzo romanzo, che è stato pubblicato postumo con il titolo 'Il re pallido'. Wallace soffriva da molti anni di depressione, la malattia del XXI secolo (iniziato secondo lo storico Hobsbawm nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino e il crollo dell'Unione Sovietica) e in una lettera a Don De Lillo, scrittore che lui stimava molto e che ha provato a superare il postmodernismo dopo l'11 settembre con la cosiddetta 'New Sincerity', spiegava con un'efficace metafora la razionalità del pensiero suicida: in un palazzo che va a fuoco, gettarsi giù dalla finestra sembra la soluzione più logica per fuggire immediatamente dal dolore. In più, cosa grave per uno scrittore, dichiarò, nella lettera d'addio, di non divertirsi più nemmeno a scrivere. Wallace era una persona molto intelligente e sensibile e di conseguenza soffriva molto. Anche il suo enorme successo dopo il romanzo 'Infinite Jest' lo visse non da rockstar, come il rivale Bret Easton Ellis, ma da persona ansiosa e sofferente, che non poteva sopportare l'idea di deludere o far soffrire le altre persone. Quello che sappiamo per certo è che una mente come la sua, oggi, manca molto al panorama letterario occidentale. Ma sappiamo anche che i "tempi bui e stupidi" di cui parlava nel '93 criticando il già citato Bret Easton Ellis, non sono stati superati. Nell'eterno ritorno degli anni '80, abbiamo un candidato presidente USA che afferma pubblicamente che "gli immigrati mangiano gli animali domestici degli americani", ragazzi che cantano con l'autotune, il Papa che si apre profili social e persone importanti che usano gli stessi social per dare informazioni o opinioni, ragazze che campano (bene) vendendo su internet le foto dei loro piedi. E l'intrattenimento (cinema, Tv, a cui oggi si aggiunge internet) è, nel 2024 come nel 1996, anno di pubblicazione di 'Infinite Jest' negli USA, una grande droga collettiva che ci impedisce di distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. Non abbiamo ancora avuto, come nel romanzo di Wallace, una guerra causata dall'incapacità di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti, ma forse manca poco. Ciò che conta però, nella varietà di stili, di forme e di temi che si incontrano leggendo Wallace, non è se sia giusto inquadrarlo nel postmodernismo o nell'avant-pop, né chiedersi se queste categorie siano superate o superabili nella letteratura attuale, e nemmeno se oggi ci sia, in Occidente o da qualche altra parte, un suo erede, o se sarebbe possibile, oggi, avere successo scrivendo come lui. La questione che Wallace poneva nel '93 era questa: uno scrittore non può accontentarsi semplicemente di descrivere i tempi bui e di dire nei suoi libri che i tempi sono bui, come invece faceva a suo dire BEE, ma deve anche, cito le sue parole, "individuare e fare la respirazione bocca a bocca a quegli elementi di umanità e di magia che ancora sopravvivono ed emettono luce nonostante l’oscurità dei tempi” . Credo che Wallace non si riferisse tanto ai temi, quanto piuttosto all'atteggiamento dello scrittore, che dovrebbe essere più ironico e meno cinico, ma anche al romanzo in sé, e qui ovviamente tirava acqua al suo mulino, che non dovrebbe essere solo qualcosa che scandalizza, configurandosi però come una sorta di storia usa e getta (tipo 'American Psycho'), ma che, provando a raccontare la realtà del mondo e delle persone, faccia anche riflettere e parlare di sé a lungo. Questa è la sfida che un grande scrittore ha lanciato nel mondo della letteratura americana, e vedremo chi saprà raccoglierla, anche fuori dagli USA, ma penso che potrebbe, senza voler fare di lui un guru, essere presa anche come il consiglio di un buon amico su come comportarci e come vedere la vita in generale per evitare di farci travolgere e soffocare dai "tempi bui e stupidi" e del resto mi sembra simile a quanto scriveva il nostro Italo Calvino affermando che "L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."
- Vicenza, Tav e Israele: l'autunno caldo dei centri sociali
Il weekend dell'8 settembre, giorno carico di significato sia dal punto di vista civile, cioè l'armistizio tra l'Italia di Badoglio e gli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, che da quello religioso, dato che segna la natività della Beata Vergine Maria, a cui è dedicato, a Vicenza, il santuario di Monte Berico, quest'anno coincide con la fiera dell'Oro dei Gioielli e il Climate Camp. Dal 5 all'8 settembre nei boschi occupati di Ca' Alte e Lanerossi (vedi anche Tav, a Vicenza i centri sociali resistono nei boschi: ma a fregarli è sempre il PD ) si tengono convegni, workshop, proiezioni di film e manifestazioni, che hanno come tema la contrarietà alla linea dell'alta velocità/capacità che passerà drasticamente dentro i confini cittadini. Sabato 7 settembre alle 17 è prevista una manifestazione contro la Tav, dopo quella del 2 luglio scorso, che si unirà a quella delle 16 davanti alla fiera per protestare contro la presenza di Israele a Vicenzaoro, nell'ottica della guerra in Palestina e del massacro di civili a Gaza. A gennaio, nello stesso contesto, ci furono scontri con la polizia dopo i quali il sindaco Possamai chiese se ci fossero i presupposti per revocare la convenzione al centro Sociale Bocciodromo. Quest'ultimo ha concentrato la sua battaglia, negli ultimi mesi, sui boschi da salvare, sapendo che il suo destino è comunque segnato dalla costruzione di una strada nell'ambito Tav. A questo tema è legato l'"assalto" compiuto oggi 6 settembre davanti agli uffici di Iricav 2, General Contractor a cui è affidata la progettazione e la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta capacità veloce Verona-Padova, consorzio costituito per l’83% dal Gruppo Webuild e per il 17% da Hitachi Rail STS, con committente Rete Ferroviaria Italiana – RFI (Gruppo FS Italiane), in zona banche. I manifestanti, circa un centinaio, hanno apposto degli striscioni sulla facciata e sul tetto. "Nel deserto del cemento, siamo la natura che si difende" recitano gli striscioni. WeBuild è accusata di aver costruito opere, soprattutto dighe, con impatto devastante su diversi territori nel mondo e il paragone è ovviamente con l'impatto che la Tav avrà sul territorio vicentino.